Le offerte delle messe non sono “tasse”.

Pubblicato giorno 25 luglio 2020 - Parrocchie

L’offerta per le messe “deve essere un atto libero da parte dell’offerente, lasciato alla sua coscienza e al suo senso di responsabilità ecclesiale, non un prezzo da pagare o una tassa da esigere, come se si trattasse di una sorta di imposta sui sacramenti”. Lo ribadisce in un altro dei passaggi l’Istruzione della Congregazione per il clero. “La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa”, a cura della Congregazione per il Clero, diffusa oggi. Tra le indicazioni pratiche del documento, figurano infatti l’attenzione preferenziale verso i poveri e l’esigenza di non “mercanteggiare” la vita sacramentale, dando l’impressione “che la celebrazione dei sacramenti – soprattutto la Santissima Eucaristia – e le altre azioni ministeriali possano essere soggette a tariffari”. “Con l’offerta per la Santa Messa, i fedeli contribuiscono al bene della Chiesa e partecipano della sua sollecitudine per il sostentamento dei ministri e delle opere”, si ricorda nel testo. Di qui l’importanza della sensibilizzazione dei fedeli, “perché contribuiscano volentieri alle necessità della parrocchia, che sono ‘cosa loro’ e di cui è bene che imparino spontaneamente a prendersi cura”.

 L’indicazione dei 10€ nasce dal fatto che per ogni messa celebrata il prete tiene per sé 10€. I soldi in più che vengono offerti vanno a sostegno delle necessità delle parrocchie.

Il Prete può tenere per sé l’offerta (10€) di una sola Messa al giorno anche se in una Messa vengono ricordati più defunti.

 

Lo stesso concetto va applicato per tutti gli altri sacramenti: Battesimo, Cresima, Prima comunione, Matrimonio, Funerale. Non ci sono tariffe, l’offerta che viene data va a coprire le necessità della parrocchia, non è per il parroco o per il prete che celebra il sacramento.

E’ buona cosa, soprattutto nel caso di matrimoni o funerali, lasciare qualche fiore in Chiesa, anche questo è un modo per aiutare la parrocchia limitando l’acquisto di fiori nuovi.